Ciocchi e Mazzarella

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Nelle elezioni degli anni anteriori all’avvento del fascismo, i corenesi si dividevano in due opposte fazioni capeggiate da  Viccarone e da Don Dante che appoggiavano rispettivamente le candidature di due avvocati di Sessa: Ciocchi e  Mazzarella.
“Mazzarella!” – gridavano i seguaci di don Dante dal terrazzo della casa che dominava il paese dall’alto della contrada “Gori”.
“Ciocchi!” – rispondevano gli accoliti di Viccarone dal terrazzo della casa agli “Stavoli”. Le differenze politiche tra i due contendenti erano impercettibili: entrambi militavano nel Partito nittiano-giolittiano, con accenti più “radicali” l’uno e più “liberali” l’altro, ma più erano labili le differenze ideologiche, più erano accese le contrapposizioni personali, familiari, locali.
I risultati elettorali premiarono ora l’uno ora l’altro dei due contendenti con inevitabili ripercussioni anche nelle elezioni amministrative locali: dal 1900 al 1910 il sindaco di Coreno fu Dante Costanzo, dal 1911 al 1920 Alessio Viccarone, padre di don Luigi.

Poi venne il fascismo che spazzò via ogni parvenza di democrazia, svuotò il Parlamento e introdusse la figura del Podestà nominato direttamente dal Prefetto.

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