Sollecitato da più parti a commentare il concerto della Viola in piazza a Coreno, non mi sottraggo al “dovere” e sottopongo all’attenzione (e spero al commento) di tutti alcune considerazioni.
- Non sono un esperto di musica (e di musica popolare in particolare).
- Ciò non mi ha impedito di apprezzare la buona musica che si è sentita in piazza: un concerto bellissimo, ben strutturato intorno al tema del viaggio e delle contaminazioni musicali, con stupende interpretazioni.
- Eccezionali le variazioni jazz di Alessandro D’Alessandro che, pur da poche note, ha saputo trarre infinite divagazioni.
- Emozionante il “fuori programma” di Giuseppe Parente che con la sua ballarella ha riportato tutto il concerto alle sue origini.
- Superba l’interpretazione vocale di Antonella Costanzo che ha dato intensità poetica a versi in realtà non eccelsi.
- Perfetta, infine, l’orchestrazione di Alessandro Parente che ha concepito e diretto il concerto secondo la sua personale visione della musica popolare.
Bravi! Bravi! Bravi!
E veniamo alle note stonate che stavolta sono ben 2.
- La presentazione di Alessandro Parente andava bene per domenica prossima, quando ci sarà la festa di “Per un paese nuovo”, alla manifestazione di una parte politica, cioè, e non a una manifestazione organizzata dall’amministrazione comunale.
Dire che con questa amministrazione “finalmente è arrivata la cultura a Coreno” significa non conoscere la storia (e la cultura – quella vera) di questo paese. - La conclusione del sindaco non è stata inferiore in quanto a stecche: prima ha parlato di una piazza eccezionalmente “educata” (rispetto a quando? E per merito di chi? Della musica o dell’amministrazione?), e poi ha ringraziato il “maestro” per averci “regalato” questo evento.
A noi non risulta che si sia trattato di un regalo – ma di questo parleremo dopo, quando verranno pubblicate le determine di spesa.