Da Rodolfo a Rodolfo

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Una relazione macrocefala

Da Rodolfo a Rodolfo, passando per Omero, Goethe e Freud…Una relazione veramente macrocefala quella del prof Cardillo per presentare un libricino (absit inuria verbis) di Tommaso Lisi di cui non

si è parlato affatto, preferendo affrontare temi alti, universali come la paternità, la mitezza attraverso excursus  nella preistoria, nel mondo greco e romano, nell’800 con incursioni nella mitologia, nella religione, nella filosofia, nella psicanalisi.
No, Tommaso Lisi meritava di più. Meritava un’analisi stilistica dei suoi versi e della sua prosa (come si fa a dichiarare come ha fatto più volte il relatore di non voler entrare nello stile dell’autore quando si parla di un poeta e di uno scrittore?), meritava una ricostruzione della sua genealogia letteraria,  un approfondimento della sua poetica, una ricognizione della sua lingua.In una cosa si può essere d’accordo con il relatore: Tommaso Lisi è un gande poeta. “Il resto lo intuiscono i poeti”, scriveva Holderlin. E il resto è l’indicibile, l’inesprimibile. Ma i poeti lo intuiscono, non lo spiegano o lo proclamano.

E Tommaso Lisi ci riesce, ogni tanto, con le sue metafore, le sue parole “in punta d’ago” .

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