Nel 1975 un gruppo di giovani allestì in piazza uno spettacolo teatrale intitolato “Autobiografia di un paese” composto di musiche, inserti registrati, recitazione dal vivo che aveva la pretesa di raccontare i nodi più significativi di una intera comunità: il problema delle donne, della scuola, dell’emigrazione, dell’amore, del lavoro. Un lavoro collettivo che rompeva gli schemi della rappresentazione teatrale con i fondali, gli attori, gli spettatori, la finzione, la lingua… Poi sono tornate le recite, le “passioni viventi”, “Coreno teatro” e via retrocedendo fino a “sesa”, “i mesi” e le barzellette sceneggiate… Buon divertimento. |