Gli affreschi della sagrestia della Cappella di Sant’Erasmo

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Molti anni fa, ordinando le carte di don Peppino per la pubblicazione del libro “Chiese e Cappelle di Coreno”, trovai la descrizione della Cappella di Sant’Erasmo. Le notizie storiche mi incuriosirono e mi recai a visitarla, ma quello che doveva essere solo un sopralluogo divenne una scoperta: dopo essere entrato in quella che era diventata un deposito di bombole di gas, dopo aver cercato con lo sguardo le tracce delle lapidi di cui parlava don Peppino, scoprii un’apertura alla destra dell’altare da cui si accedeva in un locale più piccolo e poco illuminato che aveva l’aspetto di una sagrestia. In questa sagrestia vidi un vero e proprio ciclo di affreschi di carattere borghese, di difficile datazione, senza nessun riferimento alla vita di Sant’Erasmo a alla sua iconografia. Un bel mistero. Quello che segue è lo scarno resoconto che scrissi allora di getto, come promemoria.
La sagrestia è situata alla destra dell’altare. Vi si accede da un’apertura senza porta. L’ingresso è decorato da fregi azzurri che incorniciano l’apertura ed è sovrastato da uno stemma a forma di scudo di color rosso stinto con al centro una mitria. La stanza è grande circa metri 3×4.
In alto, lungo le quattro pareti corrono gli affreschi formati da 13 ovali (cm. 80 x 30 circa) racchiusi tra due linee continue parallele di color azzurro. Un solaio a travi di legno costruito successivamente copre in parte gli affreschi. I tredici ovali raccontano una storia divisa in 13 quadri diversi. È difficile stabilire la successione dei quadri. Dei tredici originali ne sono rimasti visibili e decifrabili solo 5. Per comodità di schema li abbiamo numerati da 1 a 13 partendo dal primo in alto a destra sulla porta.
Eccone una sommaria descrizione:

1. Quasi cancellato. Si intravedo¬no due figure in primo piano, con cappello e giacca, vestite una in azzurro l’altra in rosso, in un paesaggio di campagna che indicano delle costruzioni sulla destra. A sinistra sullo sfondo due gruppi di alberi un po’ distanti.
2. Scena di campagna con un branco di cinghiali che pascolano e un uomo con bastone (un pastore?) e un altro uomo (sono gli stessi del quadro 1.? – ma non hanno il cappello), tra un gruppo di alberi (lo stesso del quadro 1.).
3. Stessa scena ma da un punto di vista più ravvicinato, con un solo uomo (il pastore?) seduto all’ombra di un albero e il branco di cinghiali ai suoi piedi. Sulla destra stesso gruppo di alberi dei quadri 1. e 2.

4. Scena borghese. Siamo forse nel cortile di un palazzo: si vede soltanto un porticato formalo da colonne che corrono orizzontalmente dividendo a metà la scena. Oltre le colonne non si vede niente, al di qua si indovina un vacca (sulla destra), un gruppo di persone (forse servi) sulla sinistra e al centro altre figure.
I quadri 5., 6., 7., 8., e 9. sono completamente distrutti.
10. Scena borghese. Sulla destra, in alto, c’è un grande palazzo visto in prospettiva (2 facciate) davanti al quale da sinistra arriva un cavaliere su un cavallo nero elegantemente bardato, con finimenti raddoppiati sul petto e sul ventre.
Il cavaliere, ben disegnato, ha un cappello e un vestito rosso ed è seguito a piedi da un altro uomo con cappello e vestito azzurro che si protende verso qualcosa (o tiene in mano qualcosa) che non si riesce a vedere. Le due figure sono stesse del quadro 1.?
Il cavaliere viene accolto al suo arrivo da una dama vestita in blu che tiene le briglie del cavallo. Dietro di lei un‘altra dama, un po’ isolata sulla destra con un vestito rosso. Sullo sfondo, a sinistra, nella direzione da cui proveniva il cavaliere i due gruppi di alberi ricorrenti, sotto i quali probabilmente (ma non si riesce a distinguere bene) si trova il pastore con i cinghiali.
11. Stessa scena con il palazzo più vicino: si riescono a distinguere 4 piani con ampie facciate su cui corrono circa dieci finestre per ogni piano e sovrastato da merlature. Il primo piano del quadro è quasi cancellato: si intravedono delle figure sedute a tavola all’aperto: stanno mangiando il cinghiale ucciso durante la caccia?
12. Quasi completamene sbiadito. La scena è ancora la stessa, con il palazzo ancora più vicino che occupa quindi due terzi del quadro. Non si distinguono per niente le figure.
13. Si intravede appena un uomo con bastone che cammina in un paesaggio di campagna. Sulla destra un gruppo di alberi.

OSSERVAZIONI

I primi tre quadri (le scene campestri) sembrano eseguiti da una mano diversa, più ingenua, rozza, di quella che ha eseguito le scene borghesi, molto più rifinite e raffinate, con figure perfettamente delineate, più aggraziate.

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